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La campagna di restauro a cura del FAI (Direttore dei lavori Piero Castellini) è stata avviata nel 2005 e si è conclusa nel 2008 con l'apertura al pubblico della Villa.
Un rilievo geometrico e materico dell'edificio è stato il punto di riferimento per l'elaborazione del progetto di restauro, che ha interessato gli edifici pertinenti, l'intonaco del muro di cinta e le facciate della Villa (intonaci e rivestimenti lapidei).
La destinazione a casa-museo ha imposto l'adeguamento delle dotazioni impiantistiche della Villa ai requisiti previsti dalle normative vigenti per gli edifici aperti al pubblico.
In particolare, nel campo della sicurezza antincendio sono state realizzate una scala esterna in acciaio e una nuova centrale termica, interrata sotto il tennis, con pozzi per l'aspirazione e la reimmissione dell'acqua di falda per le pompe di calore.
Alle tecnologie d'avanguardia sono state accostate accurate tecniche di restauro artigianale, sia all'esterno che negli spazi interni caratterizzati da ricche finiture. Con i medesimi criteri si sono affrontati gli interventi su intonaci, soffitti a stucco, pavimenti in parquet, marmo e linoleum, nonché sulle pannellature di pergamena e ancora, su rivestimenti in marmi pregiati dei bagni, fino alla lucidatura a gommalacca delle boiserie.
Gli interventi sulle sale hanno dovuto inoltre tener conto della delicata compresenza di due architetti: a Portaluppi infatti, che conclude il progetto nel 1935 (come risulta anche dall'articolo sulla Villa pubblicato nel dicembre dello stesso anno in "Rassegna di architettura"), è subentrato già nel 1938 Tomaso Buzzi, che ha apportato una profonda serie di modifiche al progetto originario.
I restauri quindi si sono confrontati anche con la stratificazione degli allestimenti precedenti, valutando caso per caso il criterio di intervento secondo un'ottica sia architettonica che storica.
Sono stati inoltre ricavati il book-shop nella ex serra, la biglietteria nella vecchia rimessa e la caffetteria nel patio del tennis. Da casa privata, Villa Necchi Campiglio è diventata una nuova e moderna realtà museale, legata con senso civico al presente.
Testo a cura di
Lucia Borromeo, Resposabile Ufficio Cultura e Ricerca del FAI - Fondo Ambiente Italiano
Fotografie di
FAI - Fondo Ambiente Italiano