Con la Repubblica Cisalpina incomincia a concretizzarsi la prospettiva di una città che sarà un modello di crescita economica, amministrativa e culturale per quasi due secoli. Con la realizzazione di opere come l’Arco della Pace, le nuove Porte con Caselli ricavati demolendo i Bastioni Spagnoli, la definitiva apertura del Naviglio di Pavia e successivamente del collegamento tra piazza Scala e piazza Duomo con la Galleria si apre sicuramente una nuova dimensione urbana che esploderà con la raggiunta unità nazionale, anche attraverso piani Regolatori fortemente innovatori, dove sicuramente una delle opere più imponenti fu la realizzazione della rete ferroviaria che influenzò il disegno di crescita della città stessa, grazie anche alla spettacolare realizzazione della Stazione Centrale.
Ma se nell’elaborazione più diffusa dell’eclettismo ottocentesco la città si adatterà genericamente al linguaggio più diffuso nelle grandi capitali europee, nel ‘900 riuscirà a realizzare modelli architettonici tali da documentare l’esistenza di una vera e propria scuola di pensiero sensibile al Razionalismo, con una particolare attenzione verso i nuovi materiali da costruzione che erano stati introdotti dalla Rivoluzione Industriale. Basti ricordare episodi che vanno dal Palazzo della Triennale al Palazzo dell’Arengario, fino ad arrivare al Grattacielo Pirelli o all’Istituto Marchiondi.
In questo periodo l’Architettura si troverà, almeno inizialmente, di fronte ad un evidente confronto culturale con l’inizio delle grandi opere di restauro che determinarono, anche in questo settore, la ricerca di una vera e propria scuola di pensiero documentata da opere come, tra le altre, il restauro di S. Maria delle Grazie o del Castello Sforzesco. Ciò determina oggi importanti riflessioni sul restauro, tanto da creare i presupposti per confrontarsi con il concetto del “restauro del restauro”.
Testo a cura di
Arch. Libero Corrieri
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano
Il Palazzo Bagatti Valsecchi, nel cuore di Milano, ospita una casa museo fra le più importanti e meglio conservate d’Europa.
A reggerla è una fondazione privata, voluta dagli eredi Bagatti Valsecchi per rendere pubblico il patrimonio d’arte raccolto nella dimora di famiglia a fine Ottocento.
Esecuzione di tutte le opere correlate alla realizzazione dei lavori di restauro, risanamento conservativo, consolidamento strutturale, adeguamento tecnologico ed allestimento museale del Palazzo Bagatti Valsecchi, 4.500 mq di superficie in via Santo Spirito a Milano.
Il progetto del restauro della chiesa di Nostra Signora della Misericordia di Baranzate, ha come obbiettivo ripristinare l'aspetto originario del complesso architettonico adeguandolo alle esigenze e di comfort delle condizioni d'uso richieste.
L’edificio fu realizzato dall’arch. Paolo Mezzanotte con la collaborazione del fratello ing. Vittorio, quale sede della “Casa dei Fasci milanesi” nell’anno 1927. Il restauro, realizzato nel 2002/2003 dall’Impresa MINOTTI S.r.l. ha riguardato la facciata principale, ricca di elementi decorativi architettonici, presenti soprattutto ai piani superiori.
Il recupero della memoria storica di questi spazi è il motivo attorno a cui ruota tutto il progetto di restauro: da un lato la conservazione della memoria attraverso la salvaguardia delle poche tracce originali e dall'altra l'affermazione della nuova vocazione sociale dell'edificio. L'esistente è costituito da un piano seminterrato, un piano rialzato, un piano primo ed un piano sottotetto. Nel seminterrato, caratterizzato da belle volte in mattoni a vista rinforzate con un'innovativa struttura in acciaio e calcestruzzo è stato ricavato il Centro Anziani. Per consentire l'ingresso diretto della luce naturale a questi suggestivi ambienti il terreno esterno è stato ribassato e raccordato al giardino in modo da aprire ampie vetrate tra le spalle delle volte.