Con la Repubblica Cisalpina incomincia a concretizzarsi la prospettiva di una città che sarà un modello di crescita economica, amministrativa e culturale per quasi due secoli. Con la realizzazione di opere come l’Arco della Pace, le nuove Porte con Caselli ricavati demolendo i Bastioni Spagnoli, la definitiva apertura del Naviglio di Pavia e successivamente del collegamento tra piazza Scala e piazza Duomo con la Galleria si apre sicuramente una nuova dimensione urbana che esploderà con la raggiunta unità nazionale, anche attraverso piani Regolatori fortemente innovatori, dove sicuramente una delle opere più imponenti fu la realizzazione della rete ferroviaria che influenzò il disegno di crescita della città stessa, grazie anche alla spettacolare realizzazione della Stazione Centrale.
Ma se nell’elaborazione più diffusa dell’eclettismo ottocentesco la città si adatterà genericamente al linguaggio più diffuso nelle grandi capitali europee, nel ‘900 riuscirà a realizzare modelli architettonici tali da documentare l’esistenza di una vera e propria scuola di pensiero sensibile al Razionalismo, con una particolare attenzione verso i nuovi materiali da costruzione che erano stati introdotti dalla Rivoluzione Industriale. Basti ricordare episodi che vanno dal Palazzo della Triennale al Palazzo dell’Arengario, fino ad arrivare al Grattacielo Pirelli o all’Istituto Marchiondi.
In questo periodo l’Architettura si troverà, almeno inizialmente, di fronte ad un evidente confronto culturale con l’inizio delle grandi opere di restauro che determinarono, anche in questo settore, la ricerca di una vera e propria scuola di pensiero documentata da opere come, tra le altre, il restauro di S. Maria delle Grazie o del Castello Sforzesco. Ciò determina oggi importanti riflessioni sul restauro, tanto da creare i presupposti per confrontarsi con il concetto del “restauro del restauro”.
Testo a cura di
Arch. Libero Corrieri
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano
Nella prima fase di restauro si è avuta molta cura nel proteggere tutti i materiali originali situati all’interno degli appartamenti, sia legni intarsiati che marmi; ove necessario si è provveduto ad un attento restauro, per i legni con trattamenti anti tarme e per i marmi con ripresa delle parti rotte e conseguente levigatura.
Prima di procedere alle ristrutturazioni e restauri interni, è stato necessario un forte intervento strutturale antisismico per la fragilità rilevata dagli esami approfonditi eseguiti sulla struttura originale.
Palazzina ubicata nella zona tra il centro storico e il viale Cesare Battisti, in prossimità della Villa Reale di Monza. Edificata nell’anno 1928 su progetto e direzione artistica dell’ing. Carera e arch Maggi, che ne curò anche le soluzioni di arredo degli interni, al fine di adibirla a sede di rappresentanza e uffici della ditta “Pastori e Casanova”, azienda tessile conosciuta all’epoca a livello mondiale.
L’intervento ha previsto l’eliminazione di tutte le parti distaccate e incoerenti tramite una idrodemolizione a 2500 bar. Successivamente sono state trattate tutte le armature in ferro, ricostruiti gli intonaci con idonee malte fibrorinforzate previa integrazione delle armature con barre in acciaio inox. L’intervento è stato preceduto da una fase di analisi dello stato di carbonatazione dei cementi ed è stato concluso con le prove di laboratorio di tutti i materiali impiegati.
L’intervento condotto sugli esterni ha interessato le superfici della chiesa e del campanile. Le facciate esterne, caratterizzate dalla forte presenza di depositi superficiali e dalla disgregazione dei materiali, sono state oggetto dell’intervento di pulitura e lavaggio delle superfici, di consolidamento dei materiali lapidei e di ripristino di alcuni elementi mancanti. Le superfici interne sono interessate dal restauro delle superfici, il cui intervento è stato recentemente avviato, a partire dal dipinto del Morgari presente sull’arco trionfale.